Dal 2 al 27 febbraio 2018 al Baretto Beltrade.
Installazione di Francesco Di Martino (fotografie) e Salvatore Zuccarello (testi).
A cura di Baretto Beltrade.

Come funziona la memoria dei luoghi e delle persone? Che ruolo hanno le immagini in un gioco che è insieme personale e collettivo? Perché non facciamo altro che riempire le nostre memorie digitali di foto ricordo, che mostriamo e scambiamo all’istante con quelle degli altri? Che ne è della loro conservazione, della loro sopravvivenza, della loro perdita? E in che modo tutte queste foto-memoria si incrociano tra loro costruendo un ritratto comune di storie reali e alternative, vissute e immaginate, prevedibili e precarie? Storie e memorie reali e immaginarie generano sequenze e incroci, ricordi in terza persona e narrazioni ipotetiche: un disegno provvisorio del costante lavorio della memoria collettiva.

«Liberi frammenti di memoria è un progetto che usa immagini e parole – dal tempo presente – per avviare una riflessione sulle possibilità attuali di creazione della memoria singola e collettiva, e che mira a sottolineare come le moderne tecnologie abbiano modificato i ruoli (autore/spettatore) e moltiplicato/potenziato le possibilità espressive, in termini di racconto: le immagini fotografiche si possono, infatti, svincolare – finalmente – dalle tecniche, le parole dagli stili, e la creazione di memoria può diventare ancora più simile al soggetto che la realizza. Fluida, immediata, personale e fortemente identificativa: questa è la memoria che i liberi frammenti possono così raccontare.

In tale contesto di pensiero lo spazio di esposizione mostra le parole e le immagini come ponte di una comunicazione che assume una connotazione innovativa: non più sfida interpretativa lanciata allo spettatore con il guanto della conoscenza tecnica dello strumento o del linguaggio, ma pura sensazione in cui l’unico gioco sta nell’esporre liberamente i frammenti del sé. Esporre ed esporsi, anche, e sempre più, inconsapevolmente. I significati e i significanti si legano fra loro attraversando la Memoria personale e la Memoria collettiva che i frammenti mettono in scena. L’interpretazione dei testi e delle immagini diventa così una scelta, un’opportunità, mentre il vero fine – la creazione di una Memoria libera – è già realtà».

Francesco Di Martino e Salvatore Zuccarello