La scomparsa di chi non c’è più, i limiti del visibile, l’invisibile come limite
“Solve et coagula” è una serie di immagini che ho realizzato fotografando oggetti e luoghi che fanno parte della mia vita quotidiana, per circa un anno. È probabilmente un progetto in divenire. Si tratta di una riflessione sul limite del visibile, su come i miei sensi, in particolare la vista, influiscano su ciò che considero “reale”. So di non essere in grado di vedere tutto quello che c’è, ad esempio l’infinitamente piccolo e gli ultravioletti, e probabilmente c’è molto altro che non vedo. Quindi mi sono chiesta se, nella parte che va oltre il limite del visibile, possa esserci un ipotetico aldilà, dove chi non c’è più continui ad esistere in altro modo, anche se i miei sensi non sono in grado di percepirlo. Se fosse così, potrebbe essere presente in ogni cosa che guardo, solo che non riesco a vederlo… Questo lavoro si occupa di indagare questa soglia: ho fotografato le situazioni che mi hanno fatto pensare a quel limite e mi hanno fatto sentire che c’è qualcosa che mi sfugge, che non posso vedere e nemmeno mostrare. Si tratta, forse, di una specie di trasformazione alchemica, di scomporre e ricomporre di ciò che consideriamo reale per arrivare a scoprire ciò che si cela ai nostri occhi.
Miri Riva
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